Ah Polillo Polillo, hai dimenticato il film di Totò,
quello nel quale raccomanda alla moglie di chiudere le imposte sul
cortile, così tutti credono che la famiglia sia in ferie. Per quello ci
somministri la tua pozione avvelenata: “aumentare il tempo di lavoro per
far ripartire la produttività. Nel brevissimo periodo, per aumentare la
produttività del Paese,
lo choc può avvenire dall’aumento dell’input di lavoro, senza
variazioni di costo; lavoriamo mediamente 9 mesi l’anno e credo che
ormai questo tempo sia troppo breve».
Eh si secondo il sottosegretario che alterna troppo
brevi fasi si eclissi a una scomposta esuberanza, «se noi rinunciassimo
ad una settimana di vacanza avremmo un impatto sul pil immediato di
circa un punto». Rivolto a quei lavoratori, che, indolentemente distesi
sulla chaise longue sorseggiano pigramente la caipirina alla faccia del
Pil,
ha detto di confidare nel consenso delle parti sociali, chiamate una
tantum a pronunciarsi, interrompendo la bella tradizione del governo di
comandare senza negoziare.
Il cinismo sfrontato e idiota di questi attrezzi al
governo è davvero inaudito. Ben superiore ai consigli per gli acquisti
di Berlusconi alle ragazze e anche ai suoi esempi, come il susseguirsi
di gaffe seriali e oltraggiose dei ministri e del presidente del
consiglio. Tutte comunque sintonizzate sul mantra punitivo e sacrificale
che a tutti i livelli territoriali e a tutte le latitudine viene
ripetuto a popoli che “hanno vissuto sopra le loro possibilità”, che
hanno consumato troppo, viziati dall’indulgenza dello Stato, da troppi
diritti, ipergarantiti e iperprotetti, come bambocci mal cresciuti e
poco avvezzi alle responsabilità e al rigore.
È una pedagogia infame e anche piuttosto cretina: viene
da un ceto dirigente al servizio di interessi e poteri forti intenti a
mettere mano sul lavoro per distruggerlo, motivati a annichilire le
produzioni dei paesi straccioni per attribuire l’egemonia al gioco
d’azzardo della circolazione di strumenti finanziari immateriali coi
quali indebitarci sempre di più, decisi a strozzarci sempre di più in
modo da poterci svendere ai loro padroni avidi e insaziabili. Sulle loro
bocche di vampiri suona offensiva come una bestemmia la parola lavoro,
che hanno ridotto a merce da liquidare come la cittadinanza, i diritti,
la democrazia.
E suona anche paradossale, ne parlano come per
esorcizzarlo, se la priorità è portarlo in bocca ai cacciatori come un
preda strappata ai popoli non più sovrani. Non si stanca di ripeterlo
Monti, come un infelice ritornello stonato, è stato messo là per portare
a casa la “riforma” che lo impoverisce di garanzie e valori, di tutele e
civiltà, di certezze e dignità. Eh si, è il loro sporco lavoro, chè a
loro il lavoro piace così, più sporco è più li compiace, e meno ce n’è
meglio è: non ci si sono mai dedicati granchè, premiati dalla lotteria
naturale, ammessi alle cerchie giuste fin dalla culla, in cattedra fin
dalle elementari, poche pubblicazioni e molte amicizie compiacenti, poca
competenza e mote relazioni pubbliche e private.
Chissà se Polillo ha ragione di aver fiducia nel
consenso delle aziende: abbiamo un ceto imprenditoriale aduso a
vezzeggiarci mandandoci in ferie così prolungate da diventare
perenni, che ha coniato il termine “esodati” perché evoca l’esodo
vacanziero del Sorpasso. Su una cosa non sbaglia, capace che ci hanno
talmente condannati a provare vergogna per la povertà che magari siamo
contenti di far finta di non andare al mare per contribuire al Pil,
invece di chiudere pudicamente le imposte che affacciano sul cortile.
Ma chi cazzo è Gianfranco Polillo?
Laureato in Economia, ha già ricoperto in precedenza altri incarichi
istituzionali, quali quello di Capo del Dipartimento per gli Affari Economici,
segretario di diverse commissioni parlamentari, consigliere economico per il
gruppo parlamentare del Popolo della Libertà alla Camera dei Deputati,
funzionario della Camera[4]. È attualmente presidente di Enel Stoccaggi, membro
del Consiglio di Amministrazione della SVIMEZ[4], collabora con Il Sole 24 Ore
e parecchi altri quotidiani.
Il 3 febbraio 2012 durante la trasmissione radiofonica La Zanzara si è augurato l'elezione dell'ex premier Silvio Berlusconi alla Presidenza della Repubblica affermando che la sua discesa in campo nel 1994 salvò la democrazia italiana.
ADESSO SI CHE CAPISCO LA SUA CAZZATA DI TOGLIERE UNA SETTIMANA DI FERIE PER AIUTARE LO STATO!
Polillo ragiona con la gamba marcia della Fornero; ha bisogno anche lui di una amputazione!
Il 3 febbraio 2012 durante la trasmissione radiofonica La Zanzara si è augurato l'elezione dell'ex premier Silvio Berlusconi alla Presidenza della Repubblica affermando che la sua discesa in campo nel 1994 salvò la democrazia italiana.
ADESSO SI CHE CAPISCO LA SUA CAZZATA DI TOGLIERE UNA SETTIMANA DI FERIE PER AIUTARE LO STATO!
Polillo ragiona con la gamba marcia della Fornero; ha bisogno anche lui di una amputazione!
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