Domani scade il termine per il primo versamento dell'Imu.
Subito dopo la tassa/tributo sui rifiuti solidi urbani: costerà in
media 220 euro a italiano. E a gennaio sarà un nuovo salasso.
I dati, elaborati dalla Uil Servizio politiche territoriali, parlano chiaro: su un campione di 39 città che hanno già deliberato le tariffe 2012 in quasi il 60% dei casi è stato deciso un aumento. Quello maggiore spetta a Milano con un +20,1%, seguito da Novara (19,2%), Avellino (15%) e Mantova (8,5%). In valori assoluti, però, la tassa/tariffa più alta si registra ad Alessandria e Roma dove, una famiglia di quattro persone che vive in un appartamento di 80 metri quadrati, pagherà rispettivamente 337 euro e 311 euro.
Proprio nella Capitale, dove nonostante si rischi una vera e propria emergenza rifiuti, la differenziata è ferma al palo e le tariffe continuano a crescere da quattro anni a questa parte, seguiamo la signora Antonella alle prese con i pagamenti dei tributi locali. «Di Imu ho pagato un acconto di 98 euro ora però, sullo stesso appartamento, mi aspetta la prima rata di 167 euro di Ta.ri (la Tariffa di igiene ambientale, ndr) in scadenza il 27 giugno».
PEGGIO DELL'IMU
«Non c’è dubbio - commenta Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil - che si è tanto discusso di Imu, che va modificata per le sue tante incongruenze, ma nessuno ha puntato l’indice contro gli aumenti della tassa-tariffa rifiuti che mediamente graverà molto di più sui bilanci famigliari rispetto all’Imu sulla prima casa. Inoltre il servizio di igiene urbana, con la nuova Tares dal 2013 sarà destinato ad rincarare ulteriormente».
Secondo uno studio della Federconsumatori, dal 2000 al 2010, a fronte di
un tasso di inflazione medio del 24%, l’incremento complessivo sulla
Tarsu o sulla Tariffa di igiene ambientale è stato del 54%. In questi
anni i Comuni hanno fatto letteralmente cassa attraverso le tariffe del
servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani. Una pioggia di rincari
che non ha risparmiato nessuno. Basti pensare che a Napoli, negli ultimi
anni, nonostante il caos-rifiuti, la Tarsu è rincarata paradossalmente
del 49%, arrivando a toccare nel 2010 la media record di 453 euro a
famiglia.
Del resto, in un periodo di tagli dei trasferimenti centrali, con il blocco delle addizionali locali e dell’Ici, l’unica leva fiscale che le amministrazioni comunali in questi anni hanno potuto manovrare è stata proprio quella della tassa-tariffa sui rifiuti. «Se fino a quattro anni fa - aggiunge Loy - la tassa-tariffa copriva il 65% del costo del servizio di igiene ambientale complessivo (il resto era assicurato dalla fiscalità generale locale, ndr), oggi quella percentuale è salita all’80%».
Ma non è finita qui. Perché dal primo gennaio 2013, la Tarsu e la Tia - due “tributi” che contengono al loro interno una “tassa sulla tassa”, rispettivamente l’addizionale ex Eca e l’Iva entrambe al 10% - sono destinate a essere sostituite dalla nuova Tares, la Tassa sui rifiuti e servizi, che dovrà coprire al 100% i costi del servizio di igiene ambientale. E dunque, dallo smaltimento dell’immondizia, privata e pubblica, all’illuminazione nelle strade fino agli altri “servizi indivisibili”, sarà tutto a carico del cittadino in quanto la nuova tassa dovrà coprire il 100% del servizio per la quale verrà deliberata. «È chiaro - conclude Loy - che dal prossimo anno sono probabili nuovi aumenti. Tuttavia per abbassare i costi del ciclo dei rifiuti bisogna ridurre i costi delle società di gestione, ridurle e metterle a sistema tra di loro».
Molti comuni ancora non hanno deliberato gli aumenti per il 2012 e quindi, sulle bollette di ottobre-dicembre il costo del saldo sui rifiuti sarà, molto probabilmente, maggiore di quello che si pagherà in acconto nelle prossime settimane.
Del resto, in un periodo di tagli dei trasferimenti centrali, con il blocco delle addizionali locali e dell’Ici, l’unica leva fiscale che le amministrazioni comunali in questi anni hanno potuto manovrare è stata proprio quella della tassa-tariffa sui rifiuti. «Se fino a quattro anni fa - aggiunge Loy - la tassa-tariffa copriva il 65% del costo del servizio di igiene ambientale complessivo (il resto era assicurato dalla fiscalità generale locale, ndr), oggi quella percentuale è salita all’80%».
Ma non è finita qui. Perché dal primo gennaio 2013, la Tarsu e la Tia - due “tributi” che contengono al loro interno una “tassa sulla tassa”, rispettivamente l’addizionale ex Eca e l’Iva entrambe al 10% - sono destinate a essere sostituite dalla nuova Tares, la Tassa sui rifiuti e servizi, che dovrà coprire al 100% i costi del servizio di igiene ambientale. E dunque, dallo smaltimento dell’immondizia, privata e pubblica, all’illuminazione nelle strade fino agli altri “servizi indivisibili”, sarà tutto a carico del cittadino in quanto la nuova tassa dovrà coprire il 100% del servizio per la quale verrà deliberata. «È chiaro - conclude Loy - che dal prossimo anno sono probabili nuovi aumenti. Tuttavia per abbassare i costi del ciclo dei rifiuti bisogna ridurre i costi delle società di gestione, ridurle e metterle a sistema tra di loro».
Molti comuni ancora non hanno deliberato gli aumenti per il 2012 e quindi, sulle bollette di ottobre-dicembre il costo del saldo sui rifiuti sarà, molto probabilmente, maggiore di quello che si pagherà in acconto nelle prossime settimane.
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