“Stiamo cercando di proteggere le
persone e non i loro posti di lavoro. Gli atteggiamenti delle persone devono
cambiare. Il lavoro non è un diritto; Deve essere guadagnato, anche attraverso
il sacrificio”. Le affermazioni del ministro Elsa
Fornero al Wall Street Journal rappresentano un programma politico nella loro secchezza e anglosassone sintesi.
Spesso, quando si danno interviste ai giornali stranieri, si dice meglio quello
che si pensa davvero, lo spirito di fondo che muove le proprie azioni.
Da quello che capiamo noi, avendo
seguito il ministro dal momento del suo insediamento, la filosofia che la
ispira è quella di una società, probabilmente idealizzata, in cui le persone non
stiano ferme sul posto, si diano da fare, si “guadagnino” appunto il lavoro
piuttosto che aspettare che questo gli piova dal cielo. E’ un concetto che
abbiamo sentito più e più volte, addirittura dagli anni 80 quando un craxiano
con i boccoli, come
Gianni De Michelis, consigliava ai giovani di imparare ad
“arrangiarsi”.
Solo che è un concetto che non fa i
conti con quell’impegno certosino e generoso di migliaia e migliaia di giovani
e meno giovani, precari
e disoccupati, che accettano di combattere una quotidiana
battaglia, sempre impari, per conquistare una vita decente. A sentire certe
affermazioni del ministro sembra che questa realtà non esista e che, al
contrario, i giovani disoccupati siano seduti sul divano ad aspettare l’offerta
migliore. Il modo migliore per descriverli, del resto, da parte di chi non sa
risolvere il problema dell’occupazione.
Per questo di un’espressione che
dice che “il lavoro non è un diritto” resta solo la parte amara, quella vera.
Il lavoro viene lentamente espunto dalla giurisprudenza
europea dal novero dei diritti non tanto garantiti ma su cui
una società è impostata e cerca di convergere. E non è un caso che
nell’intervista al WSJ questo concetto venga declinato in altre forme. La
riforma, spiega infatti Fornero, “è
anche una scommessa sugli italiani cambiare il loro comportamento in molti
modi”.
Ma è il quotidiano finanziario a
ricordare l’essenziale quando afferma che “uno
dei principi chiave della nuova legge è che i datori di lavoro saranno in grado
di licenziare i singoli lavoratori per motivi economici”. “Forse il più grande significato
dello sforzo della signora Fornero - continua il WSJ - è che la legge ha smantellato la
vacca più sacra del lavoro in Italia, l’articolo 18 dello Statuto dei
Lavoratori”. Si possono fare tutti i discorsi del mondo, teorizzare
le migliori filosofie di vita e del lavoro, ma la “riforma Fornero” entrerà
nella storia, e sarà ricordata, solo per questo.
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