Movimento 5 Stelle: regolamento di conti interno, volano stracci e dossier
di Giulia Zaccariello, Il Fatto Quotidiano
Sul
social network volano stracci tra le due anime del gruppo. Dai
simpatizzanti del consigliere regionale Favia accuse ai tre consiglieri
comunali di Bologna, più vicini a Grillo : "Tramano nell'ombra
contattando Casaleggio". Massimo Bugani: "Tutto falso. Semmai ho io un
dossierino su chi ha qualcosa da nascondere"
Una resa dei conti sul web. Così gli esponenti del Movimento 5 stelle emiliano romagnolo si fanno la guerra, riportando a galla tutte le questioni che da mesi dividono e agitano il Movimento di Beppe Grillo. Dall’espulsione del consigliere Valentino Tavolazzi fino alla cacciata del gruppo di Cento,
da giorni attivisti ed eletti si stanno scambiando una serie di accuse
reciproche, scrivendole nero su bianco sul forum online del meet up di
Bologna. Rivelazioni senza censure, con tanto di dossier e conversazioni
private, raccolte in una discussione intitolata “Spy game”, che mette in luce le divergenze interne, in particolare quella tra il consigliere comunale bolognese Massimo Bugani e quello regionale Giovanni Favia.
A dare il via al dibattito è un post al veleno, scritto dal moderatore della pagina Renato Padoan.
“C’è qualcuno che crede di poter fare il bello e il cattivo tempo
all’interno del Movimento 5 stelle. Contatta Beppe Grillo e lo staff del
blog e gli fornisce informazioni false e fuorvianti, scatenando
reazioni inaccettabili dall’anima pura del Movimento e dai suoi
attivisti”. Il riferimento, si scopre dopo alcuni interventi, è a
Massimo Bugani, sospettato di agire nell’ombra contro altri esponenti
del Movimento. In particolare contro Giovanni Favia e contro quei
militanti più critici nei confronti del duo Grillo-Casaleggio.
Secondo Padaon sarebbe stato l’ex aspirante sindaco di Bologna a mettere al corrente Casaleggio della candidatura di Tavolazzi a direttore generale di Parma, tirando in ballo anche Favia. Così come sarebbe stato sempre Bugani a inviare a Grillo alcuni stralci di una conversazione in chat tra alcuni consiglieri a 5 stelle, in cui veniva espresso più di qualche dubbio sul comportamento del blogger genovese e del suo guru Casaleggio.
L’intervento
di Padoan scatena i simpatizzanti di Grillo: in poche ore la pagina si
riempie di decine di interventi. Una cascata. Ma Padoan trova sponda
soprattutto nell’ex consigliere rumena Antonia Dejeu,
fuoriuscita dal Movimento dopo la presa di posizione di Grillo sul
diritto di cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia. Nel suo post rincara la dose e allarga lo scontro anche a un altro consigliere di Palazzo d’Accursio, Marco Piazza,
rivelando una conversazione risalente a fine gennaio. “Quel giorno
tutti gli attivisti sono a conoscenza della mia intenzione di ritirarmi.
Marco Piazza mi chiede di pensare al fatto che Giovanni Favia avrebbe
gongolato perché non lo avrei più contrastato”. Dejeu snocciola poi
altri retroscena. “Marco poi mi ripete una frase che Massimo Bugani mi
aveva già detto in precedenza: stringi i denti, aspetta uno o due mesi,
abbiamo parlato con Casaleggio che risolverà il problema Favia con un
post sul blog, tra un mese”.
Passano alcune ore e Piazza decide di
difendersi: “Né io né Massimo siamo delle spie, non complottiamo e non
ordiamo trame con Casaleggio e Beppe (che io personalmente ho sentito
una sola volta al telefono) non tramiamo contro Giovanni, né contro
Tavolazzi né contro Cento. E non ho inoltrato niente a Beppe o a
Casaleggio, né la chat ne nient’altro, non ho la più lontana idea di chi
possa essere stato”.
Ma questo non basta a frenare malumori e
veleni. E mentre Giovanni Favia si sfila, specificando di essere
disinteressato a “queste diatribe da Guerra dei Roses in salsa a 5
stelle”, Bugani parla invece di un dossier. “Io non ho
niente da nascondere – scrive il consigliere di Bologna su Facebook –
Chi vuole venire a toccare con mano un meraviglioso dossierino reale e
non inventato ad arte (su chi invece parecchie cose da nascondere le ha)
può venirmi a trovare quando vuole”.
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