La
Storia Infinita, ossia il ritorno di Amato, ossia il passato che non
passa, ossia ma ci mancava solo questo. Mai senza Amato, il dottor
Sottile, da altri detto anche il Topo, con il suo parlar forbito,
impostato, alla Fornero, sì ci mancava. Silenzio, parla Amato, di tutto
di più for ever e full immersion.
Nel 2008 aveva solennemente annunciato
il suo definitivo e irrevocabile ritiro dalla politica, ma che avevate
capito. Dal momento che, in materia di rimborsi ai partiti, lui ha fatto
l’inaudita scoperta che , Monti
lo ha chiamato in qualità di cervellone macro-esperto , ops, ci voleva.
Uno così. Si fa prima a dire quello che Giuliano Amato
non è, non è stato, non fa e non ha fatto, perché il resto è un elenco che non finisce più. Velocemente riassumendo.
Due volte da presidente del Consiglio,
due da ministro del Tesoro, una da ministro dell’Interno, due volte
sottosegretario nei due governi Craxi, deputato dalla IX alla XV
legislature, saltando la XIV, che lo vede senatore; e ancora ancora.
Giurista, costituzionalista, docente universitario, presidente
dell’authority per la Concorrenza e il mercato, senior advisor Italia
della Deutsche Bank, presidente della Treccani, presidente onorario
della Fondazione “Ildebrando Imberciadori”, presidente della Scuola
Superiore Sant’Anna di Pisa,presidente del “Comitato d’azione per la
democrazia europea”, appositamente detto anche Gruppo Amato, presidente
del Comitato dei garanti per le celebrazioni dei 150 anni (scusate se
forse ho dimenticato qualcosa).
Giuliano Amato. Vi ricordate di quell’11
luglio 1992, quando da presidente del Consiglio varò la manovra da 30
mila miliardi, ivi incluso il prelievo forzoso e retroattivo del 6 per
mille dai conti correnti bancari di noi tapini cittadini italiani? E di
quell’autunno dello stesso 1992 in cui sempre lui diede vita alla
successiva manovra-monstre da 93mila miliardi con nuove imposte a
bizzeffe? Ve lo ricordate? Diceva che il tutto era necessario per il
nostro bene, per il bene della nazione, per il salvaItalia. Per evitare
il default, anche allora, tale e quale…
Monti, Fornero, Passera; è vero, ci mancava Amato.
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