Mentre la crisi economica precipita in tutta Europa, le promesse di
cambiamento si infrangono sui dettati della banca europea. Fra questi
uno dei primi è quello di rendere più facile il licenziamento e
aumentare ancora la flessibilità del lavoro.
Nel silenzio colpevole di Cgil, Cisl e Uil così la controriforma del
lavoro avanza al Senato. Nulla è stato cambiato, e se interventi ci sono
stati, sono serviti a peggiorare un testo già totalmente negativo. Ma
tutto questo non pare interessare Cgil, Cisl e Uil, che hanno
semplicemente abbandonato la partita. Così uno dei più gravi attacchi
della storia repubblicana al diritto del lavoro, sta passando senza
colpo ferire. Questo mentre in Spagna, in Grecia, in Portogallo, in
tutta Europa i sindacati, anche i più moderati, lottano contro i governi
che adottano analoghe misure.
Se alla fine dovesse passare tranquillamente la controriforma del
lavoro, non solo sarebbe una macchia indelebile per il gruppo dirigente
della Cgil, ma tutti noi, anche in totale dissenso con la linea
prevalente nel più grande sindacato italiano, dovremmo fare un esame di
coscienza. Non possiamo lasciar passare questo disastro senza aver
tentato il possibile e l’impossibile per fermarlo, indipendentemente da
ciò che decide la segreteria della Cgil.
Per questo dobbiamo partire subito. Il 19 maggio si terrà a Roma
un’assemblea che raccoglie tutte e tutti coloro che dicono no oggi alla
linea di Susanna Camusso sull’articolo 18. Da lì deve nascere una vera e
propria rivolta morale e politica nell’organizzazione, che porti a
mobilitazioni e lotte, indipendentemente dalle decisioni del quartier
generale.
Il 26, giusto una settimana dopo, si troveranno sempre a Roma
militanti sindacali, delegati, lavoratrici e lavoratori di diverse
organizzazioni sindacali, confederali e di base. E’ quello un
appuntamento indispensabile per provare a estendere il movimento in
difesa dei diritti del lavoro, per organizzare una mobilitazione che
arrivi sotto i palazzi del potere, in primo luogo di fronte al
Parlamento. E poi bisognerà lavorare perché comunque ci sia lo sciopero
generale. Se la Cgil lo deciderà bene, altrimenti, con le forze che ci
sono in campo, senza nascondersi le difficoltà, bisognerà provarci lo
stesso.
Tutto dovremo tentare per fermarli ed ogni ipocrisia dovrà essere
definitivamente cancellata. In questi giorni di campagna elettorale
tutti diventano progressisti. Le sconfitte elettorali della Merkel e
Sarkozy fanno diventare tutti antiliberisti. Ma per noi la vicenda
dell’articolo 18 è la cartina di tornasole, la discriminante di tutto.
Se il Parlamento dovesse approvare la controriforma dovremo essere
capaci di continuare la lotta sul piano sociale e politico per
vanificarla e, naturalmente, dovremo dire di non votai mai, mai, mai più
coloro che l’avessero approvata.
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua