Rifondazione comunista di Perugia, ribadendo la propria ferma
opposizione al decreto Clini che prevede la possibilità di chiudere il
ciclo dei rifiuti bruciando quest’ultimi nei cementifici, intende
sottolineare positivamente la determinante presa di posizione del Vice
Sindaco di Gubbio Palazzari ed il lavoro svolto in questo senso dalla
Federazione della Sinistra di quella Città per rendere infine possibile
il pronunciamento inequivocabile della Giunta e del Consiglio comunale e
la successiva deliberazione dell’Ati 1 dell’Umbria contro il
decreto. Molto importante e significativo inoltre il recente intervento
del nostro capogruppo in Provincia di Perugia Baldelli che, dopo essersi
impegnato per anni in proposte alternative ed innovative sulla chiusura
del ciclo, ha sollecitato con una lettera aperta i parlamentari
dell’Umbria per un chiaro pronunciamento contro il decreto Clini.
L’eventuale applicazione sul territorio regionale del provvedimento del
governo Monti getterebbe infatti alle ortiche i notevoli sforzi
economici ed organizzativi di tutti quei Comuni che in questi anni hanno
messo in campo interventi per una gestione virtuosa dei rifiuti e per
cui i cittadini hanno contributo con importanti sacrifici.
Rappresenterebbe inoltre l’uccisione sul nascere della nuova
programmazione regionale che ha reso centrali le politiche ed
indifferibili gli obiettivi per la raccolta differenziata spinta, la
riduzione, il recupero e il riutilizzo dei rifiuti, su cui pur è
necessario impegnarsi ulteriormente in una regione relativamente piccola
come la nostra, dove sarebbe anche possibile conseguire risultati sul
modello “Rifiuti Zero”.
Ma in questo senso occorre tenere alta la
guardia ed impegnarsi maggiormente. E’ proprio per confermare la
programmazione regionale varata così di recente che auspichiamo un
intervento inequivocabile dell’Assessore regionale competente
nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni ed un pronunciamento chiaro
contro il decreto del governo Monti in linea con la volontà espressa
dalla Città che più di ogni altra in Umbria è direttamente interessata
dalle sue conseguenze in virtù della presenza degli impianti
utilizzabili a quello scopo ed in coerenza con le aspettative più
diffuse nella stragrande maggioranza dei cittadini umbri. A quest’ultimo
riguardo, restiamo fermamente convinti che comunque la partita per la
chiusura del ciclo dei rifiuti così come vorrebbe giocarla il governo
Monti non sia solo una questione di una Città, ma investa ed interroghi
tutte le Istituzioni e tutta la politica della nostra regione. Le
problematiche che si aprono anche per l’Umbria e che restano aperte
nonostante i pronunciamenti contrari di alcuni dei suoi territori sono
tali da richiedere degli impegni unitari di tutta la coalizione di
centro sinistra. Per evitare che in Umbria si possano bruciare i rifiuti
nei cementifici occorre che tutte le sue Istituzioni e gli Enti locali
vi si oppongano e continuino a lavorare di più e più proficuamente per
una gestione virtuosa in materia di rifiuti, nella direzione che abbiamo
detto. Per raggiungere questo obiettivo è necessaria però una
consapevolezza unitaria dei rischi per l’ambiente e la salute che tale
eventualità porta con sé ed è altrettanto necessaria una nuova stagione
politica che ridisegni e riprogetti gli interventi in questa materia, in
maniera tale da coniugare gli obiettivi ed i benefici per la
salvaguardia dell’ambiente delle nostre Città e per il miglioramento
della qualità della vita con degli stili meno dissipatori di risorse e
con i benefici economici conseguenti di cui possano più tangibilmente
godere i cittadini. Ci preme infine ricordare, come sosteniamo da tempo,
che occorre abbandonare rispetto alla chiusura del ciclo dei rifiuti
l’utilizzo di impiantistiche superate, obsolete e nocive per la salute.
Restiamo contro l’incenerimento dei rifiuti.
Enrico Flamini
Segretario Provinciale Prc-FdS Perugia
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