Che succede quando un governo condanna a morte la società?
La Grecia costituisce da questo punto di vista un laboratorio e un
terreno di sperimentazione. Due suicidi nei giorni scorsi: Nikos
Polibos, 38 anni,che si era stancato di aspettare il posto universitario
che aveva vinto due anni fa, e Sabbas Metoikidis, 45anni, maestro e
militante sindacale.
La responsabilità di queste ed altre morti, come dello stato di recessione che colpisce la crisi e il resto d’Europa, è della troika
Unione europea – Banca centrale europea – Fondo monetario
internazionale. Quest’ultimo è da anni colpevole di milioni e milioni di
morti evitabili e prima poi sarà realizzata una nuova Norimberga per giudicare e punire i suoi capi.
La troika sperimenta in corpore vili le sue dissennate politiche di morte economica e sociale. Come insegna Naomi Klein,siamo nell’era del capitalismo dei disastri:
“raid orchestrati contro la sfera pubblica in seguito a eventi
catastrofici, legati a una visione dei disastri come splendide
opportunità di mercato”. A volte c’è il cataclisma, come per
l’inondazione a New Orleans o il terremoto in Abruzzo e più di un infame ride nel suo lettotabula rasa e cambiare le abitudini della gente. Siamo tutti le cavie di questi dottori Mengele del terzo millennio.
mentre altri piangono i figli morti. A volte il cataclisma viene
fabbricato ad arte, come in Europa dove i “mercati” approfittano della
crisi per realizzare speculazioni e superprofitti finanziari sulla pelle
dei cittadini. La catastrofe è anche un’occasione d’oro per fare
La Grecia viene trattata duramente anche per dare un esempio. La logica è in fondo la stessa delle Fosse ardeatine. Spezzare le reni alla
Grecia è oggi un imperativo per le classi dominanti europee. Altrimenti
non potrebbero ripetere fino alla nausea che potremmo fare la stessa
fine, evocando lo spauracchio verso il quale ci stanno portando con le
loro politiche dissennate.
Come ai tempi del secondo conflitto
mondiale, il potere della Germania si giova delle complicità di un
alleato italiano. E infatti Monti si affretta a deprecare la possibilità
dell’avvento di François Hollande e a scongiurare ogni attentato al fiscal compact. Che ne dice Bersani? Nulla come sempre…
Tre sono i mantra che questo governo continua a ripetere come un disco rotto,
con la complicità dei partiti, non a caso oggi assolutamente
impopolari: 1. fate come diciamo noi altrimenti farete la fine della
Grecia; 2. ce lo chiede l’Europa; 3. abbiamo vissuto al di sopra dei
nostri mezzi.
Quest’ultima, in particolare, è una balla colossale.
Mentre continuano a sperperare denaro pubblico si permettono di fare la
morale a un Paese dove dilaga la disoccupazione e ci sono i salari e le
pensioni più bassi d’Europa. I soldi ci sono, basta
andarli a prendere con una tassazione finalmente equa che colpisca
redditi e patrimoni di chi è ricco sul serio, con l’emersione del
sommerso malavitoso, con una vera lotta agli sprechi, con un’inchiesta a
fondo sulle origini del debito pubblico e le sue dinamiche.
Ma non sarà una passeggiata. Abbiamo bisogno di un cambiamento di sistema.
L’alternanza, specie se realizzata da partiti che sono in fondo la
fotocopia l’uno dell’altro con qualche variante tutto sommato
secondaria, come Pd, Pdl e Udc, è del tutto illusoria e non porterà
alcun beneficio reale. Ci vuole l’alternativa, perché siamo oramai
vicini al punto di rottura.
Intanto scendiamo in piazza con la Federazione della sinistra il 12 maggio a Roma. Affinché possa tornare a esprimersi la collera dei poveri contro un sistema iniquo e che non funziona più.
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