Ho vinto le le elezioni! Aspettavo da
venti anni che il partito di Berlusconi e quello di Bossi finissero.
Oggi il sogno si avvera! Anzi, troppa grazia Sant’Antonio…
Ho vinto assieme a tutti quelli che
dovevano vincere: la vecchia sinistra e i nuovi grillini. Ma ho un
cruccio, Grillo non mi piace più. Grillo prende posizione contro lo jus
soli per i bambini nati in Italia (o almeno per schivare l’argomento mal
visto dai leghisti dice “si distraggono gli italiani dai problemi
veri“). Tristissima battuta.
Lo jus soli è la norma in molti Paesi
perfino se nascono sulle loro navi e aerei in viaggio; poi elogia, come
fanno molti, il “primo” Bossi. Bel sistema di giudizio. Direi che, se
questo è il criterio, anche il primo Mussolini non era male (“Viva il
socialismo!” Mussolini, fino al 1914) mentre il primo Montanelli era
pessimo («Non si sarà mai dei dominatori, se non avremo la coscienza
esatta di una nostra fatale superiorità. Coi negri non si fraternizza.
Non si può, non si deve. Almeno finché non si sia data loro una
civiltà». Indro Montanelli, gennaio 1936, “Civiltà Fascista”). Quindi
parla contro il “Complotto” ordito nei confronti della Lega Nord da
parte del governo Monti ed i servizi segreti per far fuori gli
oppositori.
Mi chiedo se è convinto di quello che
dice o lo fa per accattivarsi i voti dei leghisti in crisi. Sento già il
suo fantasma che mi grida “vaffanculo”. Ma la domanda è legittima.
Tattica da sgamato vecchio politico di mestiere. E i grillini zitti.
Tutti d’accordo?
Poi va in Sicilia dove la mafia è di
casa e, nell’anniversario della morte di Pio La Torre nonché della
strage di Portella della Ginestra, bolla il governo Monti peggio della
mafia che, dice, “quella ti chiede il pizzo ma almeno non ti strozza”.
Era una battuta. Una battutaccia. Diciamo che gli è venuta male. Infatti
lui, poi, ha pensato bene di dovere una spiegazione secondo il metro
del politicamente corretto (assistito anche da un fondo di Travaglio) e
allora mi delude anche di più. È come spiegare le barzellette a chi non
le capisce. Penoso.
Ma, soprattutto, Grillo è orrendo quando
fa il tirannello e decide lui chi è dentro o fuori il “suo” movimento. I
bravi grillini poi mi sembrano tutti un po’ berlusconiani nel modo:
guai a chi parla, è lui, il capo, l’unto che decide e loro buoni e zitti
se no: fuori! Lui può prendere per il culo e insultare tutti ma se lo
critichi tu, anche educatamante, sono guai, un “vaffa” e fuori dal
Movimento: “vi ho fatto io e io vi disfaccio”.
Infatti sta già tirando le orecchie a
Pizzarotti, il neo sindaco di Parma perché si è permesso di dire che non
è Grillo che ha vinto ma i grillini parmensi. Ma qui, forse, ha anche
ragione lui: se quel movimento è il suo se lo tenga. Però è molto
divertente quando fa i suoi comizi. Mi piace e mi fa capire un sacco di
cose.
E allora, ecco, usando il suo stesso
metro, direi che: mi piace il “primo” Grillo, di quando faceva il comico
e si poteva anche permettere battute politicamente scorrette perché
comunque se ne coglieva il senso satirico. Perché la satira se non è
scorretta non è satira. Erano tempi in cui si rideva amaro di fronte
alla fotografia di Aldo Moro prigioniero delle BR, pubblicata da “Il
Male” con la scritta “scusate, abitualmente vesto Marzotto”. Satira
tragica e irrispettoso anticonsumismo. Era l’epoca di “Cuore”: “Torna
l’ora legale: socialisti nel panico” e lui: “socialisti ladri!” gridato
in Tv sporgendosi veemente oltre il palco. Diceva la verità scherzando e
noi ci credevamo e come! Anzi lo sapevamo che era vero!
Era passabile anche quando, negli anni
90, in cambio di soldi ci invitava a bere lo yogurt Yomo che oggi gli
farebbe schifo solo il pensiero. Poi cambiò idea e stile pigliando per
il culo chi cedeva alla pubblicità menzognera. E ancor meglio,
impareggiabile, era quando finiva i suoi recital, nei palasport
stracolmi, invitandoci a tornare a casa, prendere una mazza da baseball e
spaccare il computer, mostro consumistico da aborrire. E, detto fatto,
ne fracassava uno in diretta. Bello! Mitico! Esemplare! Sono stato quasi
tentato di spaccare il mio primo computer appena comprato. Poi lui,
come si sa, ha cambiato idea e ora prende per il culo chi non lo vuole
usare, il computer e internet (e provate a cancellarvi dal suo Blog…!).
Bene feci a non dargli retta, m’era costato un occhio!
Gli perdonavo tutto. Anzi mi piaceva proprio, quel Grillo lì.
Finché ho capito la chiave
interpretativa del nuovo Grillo e ho finalmente visto il primo Grillo in
quello di oggi. Accendo la tv e vedo il comico che fa il suo numero a
Parma, a Budrio e allora tutto quello che dice mi va benissimo e mi fa
divertire. Anche il politicamente scorretto, compresa la battuta sulla
mafia che non strozza. Senza spiegazione postuma. Sapevo decifrarla da
me. È il Grillo dei bei tempi.
Ma poi, quando ci fa vedere il simbolo
del suo partito col suo nome scritto sopra camuffato da indirizzo www e
ci chiede di votarlo, capisco che lo show è già finito, è ora di
spegnere. E di metterlo assieme al mucchio di chi non voterò. Aspetto il
suo prossimo cambio di idea, anzi, di linea strategica. Sperando di
continuare a ridere ancora.
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