Destra
o Sinistra? Syriza o Nuova Democrazia? Una nuova politica economica e
sociale o i memorandum? Questo sarà il dilemma vero delle prossime
elezioni politiche in Grecia, mentre il leader di Nuova Democrazia,
Samaras, ha scelto già la sua linea difensiva decidendo di stare
all'opposizione.
Questa mattina i leader dei partiti incontreranno il presidente della repubblica Papoulias per formare il governo che porterà il paese alle elezioni. E dunque allo scontro frontale tra Syriza e Nuova Democrazia.
Questa mattina i leader dei partiti incontreranno il presidente della repubblica Papoulias per formare il governo che porterà il paese alle elezioni. E dunque allo scontro frontale tra Syriza e Nuova Democrazia.
La coalizione della sinistra radicale
insiste sull'unità e cerca di convincere gli altri partiti e formazioni
di sinistra, Sinistra Democratica, Kke e Antarsya, i Verdi, sulle
possibilità di andare a un governo di sinistra. Syriza punta a diventare
il primo partito greco, conquistare il premio di 50 seggi e formare con
le altre forze di sinistra una maggioranza in grado di portare la
Grecia fuori dalla politica micidiale che ha prodotto recessione,
disoccupazione e disperazione. Per Tsipras il popolo greco ha chiuso con
le politiche dei tagli e dei memorandum. Il leader della Sinistra
Democratica Kouvelis intanto ha smentito le voci che con i leader di ND e
Pasok erano in corso trattative per un governo completamente tecnico.
Samaras
non ha potuto unificare le forze conservatrici tradizionali di Nuova
Democrazia con i neoliberisti dell'Alleanza Democratica di Mpakogioani
Mitsotaki e il partito di Manos, i populisti dei Greci Indipendenti,
l'estrema destra di Laos e assorbire parte dei neonazisti di Xrisi Avghi
(Alba Dorata). Il fronte conservatore è profondamente diviso e nello
stesso momento la leadership di Samaras ha subito un duro colpo per il
grande calo di consensi nel voto del 6 maggio. «Ho fatto di tutto per
non andare alle elezioni», ha detto ieri Samaras. Il suo scopo ora è
convincere gli elettori che Syriza vuole portare la Grecia fuori
dall'euro e dalla Ue.
Il crollo del Pasok ha messo in crisi anche la
leadership di Venizelos, ma l'approssimarsi di nuove elezioni ha
nascosto le contraddizioni interne. Il disastro elettorale ha stravolto i
connotati del partito, che da onnipresente si è ridotto a un piccolo
gruppo politico senza referenze sociali. In questo contesto è molto
difficile per il Pasok riorganizzare le forze e sperare in un aumento
anche minimo di consensi. Per Venizelos «il paese va alle elezioni in
pessime condizioni, perché qualcuno ha messo sopra l'interesse nazionale
l'interesse di partito». Secondo il presidente del Pasok il rifiuto di
Syriza e l'insistenza della Sinistra Democratica per la partecipazione
di Syriza al governo ha fatto precipitare il paese verso le nuove
elezioni. «Abbiamo fatto di tutto per convincere Syriza e Sinistra
Democratica a formare un governo di collaborazione, ma invano», ha detto
Venizelos.
Per la leader comunista Papariga la soluzione «non è
scegliere tra il centrodestra e il centrosinistra», ma sostenere il Kke,
«l'unica forza che nessuno può mettere nella sua mano». La segretaria
del Kke ha alzato il tiro, evitando indirettamente gli inviti di Syriza
per un governo di sinistra e chiedendo, dopo l'uscita dall'Unione
Europea e dall'euro, che la Grecia esca subito anche dalla Nato.
Intanto
il capo dei neonazisti di Xrisi Avghi Mixaloliakos, ha fatto la sua
prima sostanziale marcia indietro sostenendo che c'è stato un equivoco,
la pretesa che la gente si alzi in piedi quando lui entra in una stanza
non era rivolta ai giornalisti. Mixaloliakos ha spiegato che questo
riguarda i suoi. «Non ritiro niente - ha detto a Mega Tv, uno dei
maggiori canali privati in Grecia - ma il mio obiettivo non era
offendere i giornalisti. Nella prossima intervista potranno restare
seduti. Non c'è nessun problema».
Nel frattempo la recessione in
Grecia è arrivata al 6,2% per il primo trimestre, secondo i dati
dell'Elstat, di fronte al 7,5% del quarto trimestre del 2011, mentre la
borsa di Atene ha chiuso perdendo il 3,62%.
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