venerdì 18 maggio 2012

E dopo il 12 maggio? Parliamone…


Nel dopo 12 maggio si parla di una scommessa vinta. La scommessa di una capacità autonoma della sinistra alternativa e di opposizione di tornare in piazza ,di stare in piazza e di tenere la piazza. Diversi avrebbero preferito un comizio, magari al chiuso. Il corteo ha invece permesso non solo di contarci e di contarsi: ha ridato orgoglio,senso di appartenenza, convinzione. Questa sinistra ha portato in piazza tantissime compagni e compagni con il semplice passaparola visto il vergognoso silenzio della stampa anche di centrosinistra.
Sarebbe ora che i gruppi dirigenti nazionali abbandonassero i timori e riprendessero la rotta della costruzione della sinistra di classe: e qui io credo bisogna fare più di una riflessione:
1 la federazione della sinistra mostra una sua vitalità,grazie sopratutto al prc e pdci, a pezzi sindacali alle molte lotte e vertenze nelle quali la fds è impegnata.
2 le potenzialità della fds vanno ben oltre quello che i sondaggi e alcuni risultati locali dicono.
3 serve una svolta reale all’interno della fds e una interlocuzione esterna più coraggiosa.
La crisi economica e il dramma sociale che ne scaturisce sta profondamente mutando il sentire del paese profondo, e noi dobbiamo fare uno sforzo di lungimiranza e di generosità per offrire una uscita a sinistra da questa crisi drammatica della società, delle sue sicurezze ,dei suoi punti di riferimento.
La politica dei partiti è oramai rifiutata,la loro stessa esistenza è vissuta con fastidio dalla gran parte dei cittadini, anche di quelli che li votano. Dobbiamo quindi a mio parere fare un grande investimento sulla idea della federazione, su un insieme reale di partiti, organizzazioni, associazioni, singole lotte e vertenze. Non si tratta di cedere sovranità ma di fornire un punto più avanzato di sintesi politica e organizzativa che consenta la creazione di un campo di forze che sfida il centrosinistra sul terreno di massa e sul terreno delle proposte sociali ed economiche.
Sempre a mio parere questo lo si fa se si cerca la crescita della federazione della sinistra come soggetto altro rispetto a pdci e prc, per i quali è oramai ineludibile affrontare il tema della loro riunificazione. Solo con un soggetto comunista più forte e unitario la fds può essere offerta ad altri come luogo di costruzione di pratiche politiche e progetti di cambiamento dello stato di cose presenti.
E questa nuova federazione delle sinistre dovrebbe sfidare in primis idv e sel a uscire dalle ambiguità e costruire insieme anche ad altri, alla neonata Alba, perfino allo stesso movimento 5 stelle ( che vedo difficile possa per ora aderire visto che fa dell’isolamento la propria caratteristica vincente) una area politica ampia e determinante per i futuri assetti del paese, e per costringere il pd ad abbandonare quella folle corsa verso un fronte neomoderato e tecnocratico che rappresenterebbe la morte non di un progetto di alternativa , ma di uno stesso programma riformista.
Anche a Roma, dove la FDS sta mostrando vitalità e contenuti politici, non può bastare il semplice partecipare a sostenere una alternativa ad Alemanno.Non può interessarci la semplice sostituzione di un fascista. Vogliamo che mutino profondamente rapporti di forza, scelte di fondo,  che vengano resi ininfluenti quei poteri economici che neanche tanto occultamente hanno governato roma sia col centrosinistra che col centrodestra.
Qui e ora, nel gorgo dei problemi di roma, nel pieno della crisi sociale, la federazione delle sinistre deve diventare un soggetto altro da quello che è stata fino ad ora e un riferimento per soggetti autonomi , per la sinistra di classe, per la sinistra sindacale, per pezzi di movimento, insieme ai comunisti, non più anacronisticamente divisi.
E’ il tempo di fermare la diaspora, di ritrovare un percorso comune, di riportare i rivoli a confluire in un grande fiume. Come quel fiume di bandiere rosse che sabato ha riempito Roma e ha scaldato, oltre al gran caldo che faceva, i nostri cuori.
Roberto Giulioli 

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