Nel
dopo 12 maggio si parla di una scommessa vinta. La scommessa di una
capacità autonoma della sinistra alternativa e di opposizione di tornare
in piazza ,di stare in piazza e di tenere la piazza. Diversi avrebbero
preferito un comizio, magari al chiuso. Il corteo ha invece permesso non
solo di contarci e di contarsi: ha ridato orgoglio,senso di
appartenenza, convinzione. Questa sinistra ha portato in piazza
tantissime compagni e compagni con il semplice passaparola visto il
vergognoso silenzio della stampa anche di centrosinistra.
Sarebbe ora che i gruppi dirigenti
nazionali abbandonassero i timori e riprendessero la rotta della
costruzione della sinistra di classe: e qui io credo bisogna fare più di
una riflessione:
1 la federazione della sinistra mostra
una sua vitalità,grazie sopratutto al prc e pdci, a pezzi sindacali alle
molte lotte e vertenze nelle quali la fds è impegnata.
2 le potenzialità della fds vanno ben oltre quello che i sondaggi e alcuni risultati locali dicono.
3 serve una svolta reale all’interno della fds e una interlocuzione esterna più coraggiosa.
La crisi economica e il dramma sociale
che ne scaturisce sta profondamente mutando il sentire del paese
profondo, e noi dobbiamo fare uno sforzo di lungimiranza e di generosità
per offrire una uscita a sinistra da questa crisi drammatica della
società, delle sue sicurezze ,dei suoi punti di riferimento.
La politica dei partiti è oramai
rifiutata,la loro stessa esistenza è vissuta con fastidio dalla gran
parte dei cittadini, anche di quelli che li votano. Dobbiamo quindi a
mio parere fare un grande investimento sulla idea della federazione, su
un insieme reale di partiti, organizzazioni, associazioni, singole lotte
e vertenze. Non si tratta di cedere sovranità ma di fornire un punto
più avanzato di sintesi politica e organizzativa che consenta la
creazione di un campo di forze che sfida il centrosinistra sul terreno
di massa e sul terreno delle proposte sociali ed economiche.
Sempre a mio parere questo lo si fa se
si cerca la crescita della federazione della sinistra come soggetto
altro rispetto a pdci e prc, per i quali è oramai ineludibile affrontare
il tema della loro riunificazione. Solo con un soggetto comunista più
forte e unitario la fds può essere offerta ad altri come luogo di
costruzione di pratiche politiche e progetti di cambiamento dello stato
di cose presenti.
E questa nuova federazione delle
sinistre dovrebbe sfidare in primis idv e sel a uscire dalle ambiguità e
costruire insieme anche ad altri, alla neonata Alba, perfino allo
stesso movimento 5 stelle ( che vedo difficile possa per ora aderire
visto che fa dell’isolamento la propria caratteristica vincente) una
area politica ampia e determinante per i futuri assetti del paese, e per
costringere il pd ad abbandonare quella folle corsa verso un fronte
neomoderato e tecnocratico che rappresenterebbe la morte non di un
progetto di alternativa , ma di uno stesso programma riformista.
Anche a Roma, dove la FDS sta mostrando
vitalità e contenuti politici, non può bastare il semplice partecipare a
sostenere una alternativa ad Alemanno.Non può interessarci la semplice
sostituzione di un fascista. Vogliamo che mutino profondamente rapporti
di forza, scelte di fondo, che vengano resi ininfluenti quei poteri
economici che neanche tanto occultamente hanno governato roma sia col
centrosinistra che col centrodestra.
Qui e ora, nel gorgo dei problemi di
roma, nel pieno della crisi sociale, la federazione delle sinistre deve
diventare un soggetto altro da quello che è stata fino ad ora e un
riferimento per soggetti autonomi , per la sinistra di classe, per la
sinistra sindacale, per pezzi di movimento, insieme ai comunisti, non
più anacronisticamente divisi.
E’ il tempo di fermare la diaspora, di
ritrovare un percorso comune, di riportare i rivoli a confluire in un
grande fiume. Come quel fiume di bandiere rosse che sabato ha riempito
Roma e ha scaldato, oltre al gran caldo che faceva, i nostri cuori.
Roberto Giulioli
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