DERUTA - Il silenzio del sindaco Verbena di fronte
alle accuse mosse dalla “Lettera aperta” firmata “Comitato Deruta 26
Settembre – No Piazza Craxi”, rappresenta solo un goffo tentativo di
nascondere la polvere sotto il tappeto, sperando che i cittadini non
vedano gli errori e le omissioni effettuate dalla Giunta Verbena in
merito alle vicende di Piazza Craxi.
Questo silenzio non solo è un’ammissione di colpa, ma evidenzia una concezione della politica e della gestione della “cosa pubblica” come fatto privato, elitario e autoreferenziale.
Compito di un’ Amministrazione comunale è rispondere alle esigenze dei cittadini, di tutti i cittadini, non solo dei propri elettori. Il confronto, anche acceso, il rispetto e il reciproco riconoscimento fra posizioni diverse, rappresenta il sale della democrazia ed il cuore della nostra costituzione.
Ma questo fatto elementare è stato disatteso dall’Amministrazione Verbena: se è del tutto legittimo non accogliere la petizione popolare di cambiare nome a Piazza Craxi, è singolare non degnare di una risposta i 700 cittadini derutesi che l’hanno sottoscritta, contravvenendo così al Regolamento Comunale.
Capisco l’interesse politico del Sindaco e dell’Amministrazione di smorzare le polemiche in periodo elettorale. Ma il Sindaco non è solo un politico. È prima di tutto un amministratore e come tale ha l’obbligo di legge e il dovere morale di rispondere alle richieste dei cittadini e di rendere trasparenti le decisioni dell’Amministrazione, non può cavarsela con il silenzio e il disprezzo per chi la pensa in modo diverso dal suo.
Questa vicenda mostra che è necessario, per il bene di Deruta, cambiare rotta. Al di là dei singoli provvedimenti presi dall’Amministrazione Verbena, al di là delle doppie o triple inaugurazioni di piazze e rotatorie è evidente che questa Amministrazione ha gestito in modo privatistico ed autoreferenziale il nostro comune come fosse una “cosa loro”. È bene che il comune di Deruta torni ad essere la città di tutti, una “Citta in Comune”.
Questo silenzio non solo è un’ammissione di colpa, ma evidenzia una concezione della politica e della gestione della “cosa pubblica” come fatto privato, elitario e autoreferenziale.
Compito di un’ Amministrazione comunale è rispondere alle esigenze dei cittadini, di tutti i cittadini, non solo dei propri elettori. Il confronto, anche acceso, il rispetto e il reciproco riconoscimento fra posizioni diverse, rappresenta il sale della democrazia ed il cuore della nostra costituzione.
Ma questo fatto elementare è stato disatteso dall’Amministrazione Verbena: se è del tutto legittimo non accogliere la petizione popolare di cambiare nome a Piazza Craxi, è singolare non degnare di una risposta i 700 cittadini derutesi che l’hanno sottoscritta, contravvenendo così al Regolamento Comunale.
Capisco l’interesse politico del Sindaco e dell’Amministrazione di smorzare le polemiche in periodo elettorale. Ma il Sindaco non è solo un politico. È prima di tutto un amministratore e come tale ha l’obbligo di legge e il dovere morale di rispondere alle richieste dei cittadini e di rendere trasparenti le decisioni dell’Amministrazione, non può cavarsela con il silenzio e il disprezzo per chi la pensa in modo diverso dal suo.
Questa vicenda mostra che è necessario, per il bene di Deruta, cambiare rotta. Al di là dei singoli provvedimenti presi dall’Amministrazione Verbena, al di là delle doppie o triple inaugurazioni di piazze e rotatorie è evidente che questa Amministrazione ha gestito in modo privatistico ed autoreferenziale il nostro comune come fosse una “cosa loro”. È bene che il comune di Deruta torni ad essere la città di tutti, una “Citta in Comune”.
Eolo Barcaccia,
candidato Federazione della Sinistra - lista “UNITI PER DERUTA – Una città in comune”
candidato Federazione della Sinistra - lista “UNITI PER DERUTA – Una città in comune”
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