Un paio di settimane fa la Cgil protestò perché "il manifesto" aveva osato scrivere "Via l'art. 18 nel pubblico impiego".
Quel povero giornale fu costretto a un articolo di
"correzione", il giorno dopo, passato alla (nostra) storia come
"l'articolo diSciotto". Sosteneva, la Cgil, che l'accordo firmato con
Patroni Griffi - una delega, peraltro, non contenesse alcuna concessione
ai licenziamenti, se non una vaga "ridefinizione dei licenziamenti per
motivi disciplinari".
Ora il ministro Fornero arriva a chiarire che, sì, anche i dipendenti
pubblici saranno licenzaiabili al pari di quelli privati. Naturalmente
"per evitare disparità".
«Quello dei dipendenti pubblici non è un mercato perché le regole
sono diverse, ma auspico che qualcosa di simile a quello che abbiamo
fatto per i dipendenti privati relativamente alla possibilità di
licenziare sia inserito nella delega al Ddl anche per i dipendenti
pubblici». Lo ha sottolineato il ministro Fornero rispondendo a una
domanda di uno studente della facoltà di Economia, dove è venuta a
spiegare la sua riforma del lavoro. Il giovane le domandava perché il
provvedimento interessa i lavoratori del settore privato e non quelli
del pubblico.
Il ministro ha ricordato che nel Ddl c'è una delega ad intervenire
anche nella pubblica amministrazione, dove «non vogliamo difformità di
trattamento». «Patroni Griffi - ha aggiunto Fornero - ha questa delega,
siamo in contatto, stiamo lavorando insieme non vogliamo ci siano
difformitá di trattamento con il privato, non è possibile che diciamo
certe cose sul settore privato e poi non le applichiamo al pubblico».
Il giorno che reintrodurranno la pena di morte la applicheranno a qualsiasi reato? Così, "per equità"...
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