di Enrico Flamini, Segretario Provinciale Prc-FdS
Perugia -
Oggi ricorrono i 90 anni dalla nascita di Enrico Berlinguer,
del segretario. Ricordare Berlinguer e festeggiarlo oggi significa
affrontare alcuni nodi politici che restano, ancora, del tutto
irrisolti. Tra questi di sicuro uno dei più importanti è quello della
riforma della politica, soprattutto dopo venti anni di berlusconismo e
leghismo e con un'attualità politica pervasa da una parte dalla
tecnocrazia al governo e dall'altra da un forte ritorno al qualunquismo.
Certo Berlinguer avvertì fra i primi che il sistema politico italiano,
quella democrazia che lui e il PCI contribuirono a costruire nel paese
con la Resistenza prima e a difendere con la fase costituente poi,
rischiava di essere minato da una debolezza strutturale. Mi riferisco
alla questione morale, mai considerata da Berlinguer come mera questione
giudiziaria, bensì come leva attraverso la quale porre il problema
della riforma di struttura della democrazia e di un potere necessario,
ma insufficiente per l'avanzamento degli interessi delle classi
subalterne. La questione morale come costruzione dell'alternativa. Un
tema, diciamo così, ancora moderno e certamente proiettato nel futuro.
Un tema che prendeva le mosse dalla redifinizione dei rapporti tra Nord e
Sud del mondo, dalla valorizzazione di risorse per un nuovo modello
economico capace di sconfiggere la fame, dalla lotta agli sprechi di un
occidente egoista, dalla redistribuzione della ricchezza, dal pacifismo,
dalla proposta di neutralità del nostro paese rispetto ai blocchi, dal
no al nucleare, dalla salvaguardia dell’ambiente. E l'eurocomunismo fu
anche la strada lungo la quale Berlinguer arrivò a proporre una terza
via per un nuovo internazionalismo: il governo mondiale, un rapporto
nuovo e rinnovato tra popoli e governi al fine di costruire la
convivenza, la pace, la libertà, l'eguaglianza nel mondo. Quanto di più
lontano dai dettami della BCE o del Fondo Monetario Internazionale.
Penso insomma che queste continuano ad essere le questioni aperte che abbiamo di fronte: la questione morale come questione politica e la definizione di un nuovo ordine mondiale.
Tanto più oggi rispetto alla crisi che attraversa il nostro paese e l'Europa occorre ripartire dalla questione della redistribuzione delle ricchezze del pianeta, dalla tutela dell’ambiente e da una dimensione politica capace di costuire un nuovo equilibrio multipolare, contro ogni tentazione di imporre al nostro Paese, all'Europa e al mondo la volontà delle tecnocrazie della finanza speculativa neoliberista ed internazionale. Voglio dirlo umilmente, ma con grande chiarezza: festeggiare Berlinguer oggi non può essere uno stanco rituale da passerella o una cerimonia vuota di significato, ma un chiaro impegno di unità a sinistra per l'intero mondo del lavoro, per la democrazia, la giustizia sociale e i beni comuni. In Italia, in Europa, nel mondo intero.
Penso insomma che queste continuano ad essere le questioni aperte che abbiamo di fronte: la questione morale come questione politica e la definizione di un nuovo ordine mondiale.
Tanto più oggi rispetto alla crisi che attraversa il nostro paese e l'Europa occorre ripartire dalla questione della redistribuzione delle ricchezze del pianeta, dalla tutela dell’ambiente e da una dimensione politica capace di costuire un nuovo equilibrio multipolare, contro ogni tentazione di imporre al nostro Paese, all'Europa e al mondo la volontà delle tecnocrazie della finanza speculativa neoliberista ed internazionale. Voglio dirlo umilmente, ma con grande chiarezza: festeggiare Berlinguer oggi non può essere uno stanco rituale da passerella o una cerimonia vuota di significato, ma un chiaro impegno di unità a sinistra per l'intero mondo del lavoro, per la democrazia, la giustizia sociale e i beni comuni. In Italia, in Europa, nel mondo intero.
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